2018

Heritage – Exhibition

 

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HERITAGE

Interessarsi al patrimonio culturale, per farne il tema centrale di un festival da sempre incentrato sull’evoluzione dei codici della comunicazione urbana non era un’operazione scontata. Nonostante ciò, il punto di partenza della mostra Heritage è stato il motto dell’anno europeo del patrimonio culturale: “Il nostro patrimonio: dove il passato incontra il futuro”.  Il patrimonio culturale è qualcosa che si tende a dare per scontato. Se ne sottovaluta la fragilità perché lo si considera come immutabile. In realtà, il patrimonio culturale è effimero per natura, non soltanto per i rischi connessi al naturale passare del tempo, ma anche perché è il risultato di ripetuti cambiamenti di funzione e di una ridefinizione continua di ciò che è importante agli occhi di un determinato gruppo sociale, anno dopo anno, decennio dopo decennio, generazione dopo generazione. Ciò che è stato importante per i nostri genitori, non è detto che lo sia anche per noi. La mostra Heritage parte da un’osservazione dei linguaggi in fieri della comunicazione urbana di domani.  Una piattaforma pensata per osservare i luoghi – siano essi reali o digitali – dove nasce l’arte e si articola in un labirinto composto da quattro percorsi, che rappresentano altrettanti modi di rapportarsi al tempo che passa, tra chi si pone in discontinuità, chi si riappropria e declina a modo suo dei codici del passato, chi corre spedito verso il futuro, noncurante del passato, e chi, invece, include elementi lasciati finora ai margini: Disobedience, Speedlight, Total Recall e Retromania.

Percorso 1: Disobedience // Il futuro come discontinuità col passato

Percorso 2: Speedlight // Il futuro noncurante del passato

Percorso 3: Total Recall // Il futuro come reinterpretazione del passato

Percorso 4: Retromania // Il futuro per rivivere il passato

Antonella Di Lullo – Christian Omodeo

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Taking an interest in cultural heritage, making it the central theme of a festival that has always focused on the evolution of urban communication codes, was not a predictable operation. Nevertheless, the motto of the European Year of Cultural Heritage was chosen as the starting point for the “Heritage” exhibition: “Our heritage: where the past meets the future”. Cultural heritage is something that we tend to take for granted. We underestimate its fragility because we believe it to be immutable. Actually, cultural heritage is ephemeral by its nature, not just because of the risks associated with the natural passage of time, but also because it is the result of repeated changes of its function, together with the continuous redefinition of what – year after year, decade after decade, generation after generation – is really important in the eyes of a given social group. In fact, what was important for our parents is not necessarily as important for us. The Heritage exhibition starts from an observation of the evolving languages of tomorrow’s urban communication. It’s a platform designed to observe places – be they real or digital – where art take shape and then flows into a labyrinth composed of four paths, each of which represent a peculiar kind of relation to the passage of time: those who stand in discontinuity with the past, those who repossesses the codes of the past declining them in their own way, those who run forward to the future regardless of the past, and those who, instead, includes elements that that are normally left on the margins. Disobedience, Speedlight, Total Recall and Retromania.

Route 1: Disobedience // The future as a discontinuity with the past

Path 2: Speedlight // The future as an indifference to the past

Path 3: Total Recall // The future as a reinterpretation of the past

Path 4: Retromania // The future to relive the past