2010

JBROCK – Wall Of Fame – 2010

Ventisei volti rappresentano le ventisei lettere dell’alfabeto, il nucleo originario della comunicazione scritta. Ai volti noti di personaggi famosi come Yuri Gagarin, Jimi Hendricks, Frida Khalo, Sergio Leone – tanto per darne un estratto -, JBROCK ha affiancato sei volti di persone a lui care, a partire dai suoi stessi familiari. La famiglia, gli amici più cari rappresentano la cellula primaria dell’istinto comunicativo, il laboratorio nel quale la nostra mente impara ad associare un valore evocativo al volto di un essere umano. Il potere comunicativo di un volto diventa nelle opere una riflessione sulla potenza iconica e sul valore evocativo di un viso, qualsiasi sia il suo carico emozionale. L’alfabeto dipinto sul muro di via dei Magazzini Generali ci ricorda che la comunicazione è uno dei valori centrali della società contemporanea. La galleria di ritratti a cielo aperto di JBROCK riattualizza in fondo il pensiero di Roland Barthes e il valore dei suoi Miti d’oggi (1956). «Il mito è un linguaggio», scriveva Barthes, e i ventisei ritratti di JBROCK giocano sull’ambivalenza tra il valore comunicativo dell’alfabeto e quello stesso del mito. Il suo muro comunica in fondo con un linguaggio hollywoodiano e, se è vero che a Los Angeles esiste una walk of fame, vale probabilmente la pena parlare di wall of fame davanti a questa galleria di ritratti ‘alfabetici’ di JBROCK.

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Twenty-six faces representing the twenty-six letters of the alphabet, the absolute core of written communication. Amongst the faces of famous people like Yuri Gagarin, Jimi Hendricks, Frida Khalo, Sergio Leone – to name a few -, JBROCK has interposed the faces of six people very close to him, starting from his family members. Family and close friends are the primary cell of what will become our communicative instinct, the laboratory in which our minds learn to assign an evocative value to the face of another human being. In his artworks the communicative power of a face becomes a moment of reflection on the iconic strength and evocative value a face is able to transmit; whatever emotional charge it may carry with it. The alphabet depicted on Via dei Magazzini Generali reminds us that communication is key in contemporary society. It can be said that JBROCK’s open-air gallery of portraits reinterprets the concept and values found in Roland Barthes’ Mythologies (1957). “Myth is language” writes Barthes, and the twenty-six portraits by JBROCK play with the double meaning communicated by the alphabet and myth itself. After all his wall is communicating through a Hollywoodian language. Like the Los Angeles walk of fame, it is fair to talk about a wall of fame when looking at JBROCK’s gallery of alphabetical portraits.

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