2015

Penique Productions – inoutdoor

Per i Penique Productions la stanza è un pretesto attraverso il quale riflettere sul modo con cui interagiamo con lo spazio. L’ involucro di plastica colorata grazie al quale il duo spagnolo riveste gli ambienti interni con l’ausilio di ventilatori, si appropria dello spazio e ne modifica la percezione. Ricoprendo la stanza e rendendola “inutilizzabile” viene così rivelata l’essenza della spazialità e dell’ essere-presenti-nello-spazio generando spaesamento a chi le attraversa.
Per Outdoor e per la prima volta nella loro carriera il loro intervento si sdoppia creando l’uno dentro l’altro due ambienti differenti che interagiscono tra loro. La pellicola gialla aderisce alle pareti della stanza mettendo in risalto gli elementi architettonici normalmente trascurati e creando delle pieghe che aggiungono ulteriori connotazioni allo spazio. Al suo interno, adiacente ad un angolo della stanza, un grande parallelepipedo rosso, vero protagonista dell’opera, a sua volta visitabile. Il corpo rosso è estraneo, indipendente, ma in costante dialogo con l’involucro giallo nel quale è inserito e dal quale è possibile interagire con le persone presenti al suo interno, generando un effetto di profondo straniamento.
I due involucri non sono in connessione diretta tra loro. Per potervi accedere infatti lo spettatore è costretto ad intervallare la fruizione di entrambi percorrendo parte della caserma.

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For Penique Productions a room is a pretext for reflection into how we interact with space. With the help of a colorful plastic shell, guided by fans, the Spanish duo encases the space, taking it over completely and modifying our perceptions. By enveloping the area and rendering it “useless” its spatial essence and our awareness of being present in the space is revealed, disorienting whomever passes through it. For Outdoor, the duo has, for the first time in their careers, multiplied the installation, creating one environment inside the other, allowing them to interact. The yellow film clings to the wall of the room, highlighting normally neglected architectural elements and creating creases that add meaning to the space. In a corner of the interior lays a large, red rectangular form, also visitable, the true protagonist of the work. The red body is extraneous and independent, but constantly in dialogue with the yellow shell inside which it is inserted. From within the red form it is possible to interact with people present in the main body, creating a profound sense of detachment. The two shells do not have a direct connection between them. In fact, in order to access each shell the spectator is forced along different paths inside the barracks.

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