2015

Lucamaleonte 1979 – 1982

Un ricordo del tutto personale che riaffiora e che l’artista decide di rendere pubblico.

Un lavoro insolito per Lucamaleonte che indaga il suo passato. Un passato che coincide con quello dell’edificio che lo ospita. Proprio nel confine tra la dimensione pubblica e quella privata si sviluppa  il suo intervento artistico.

Lo spazio dell’ex caserma è uno spazio che conosce bene, un luogo della sua memoria: il nonno infatti per molti anni ne è stato il direttore. Per questo motivo l’artista romano ha deciso di rievocare il momento dell’insediamento e del saluto di suo nonno attraverso il discorso di benvenuto e di addio interpretati da suo padre.

La fotografia che domina la sala del discorso, ci riporta a quel giorno e ci dona la stessa visuale del nonno dal palco, con i colleghi e inferiori di rango in platea. Nella stanza accanto un trittico rivela la figura del nonno in abiti da generale ma con il volto nascosto dall’esaedro, segno di riconoscimento dell’artista. La sua figura affiora progressivamente dal muro. Mentre la prima è appena abbozzata, come uno spettro, l’ultima diventa perfettamente definita.  Questo riaffiorare dai muri della caserma della figura di suo nonno rappresenta il tempo trascorso, rappresenta il ricordo di suo nonno e la memoria personale che lo lega a questi luoghi.

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A personal memory that the artist has decided to render public, Lucamaleonte presents a rare work exploring his past. A past that overlaps with the building that hosts it, his artistic intervention blurs the line between public and private. The barracks is a space he knows well, a place from his memories, a place where his grandfather was, for many years, the director. For this reason the Roman artist has decided to evoke his grandfather’s inauguration and retirement from office through his welcome and farewell speeches, here recited by his father.

The photograph that dominates the room transports us to that day and demonstrates his grandfather’s view from the stage, with his colleagues and subordinates in the audience. In the adjacent room a triptych reveals his grandfather dressed in a general’s uniform, his face hidden by a hexahedron, one of the artist’s signatures. The first figure is simply sketched out, as if a ghost, while the last one is completely defined. His grandfather’s emergence from the walls of the barracks represents time that has passed, as well as his own personal memory of his grandfather, a memory that ties him to this place.

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